L’IMC è l’indicatore di riferimento per gli studi di popolazione e di screening di obesità. E’ utile sottolineare che l’IMC non è un indicatore in grado di valutare la reale composizione corporea, così come non permette di conoscere la distribuzione del grasso corporeo nell'individuo.
​
Se l'indice è troppo alto
Dal punto di vista epidemiologico il valore dell’IMC unito a quello di altri indicatori specifici per la determinazione della localizzazione del grasso nella valutazione della composizione corporea, valuta (soprattutto per le classi sovrappeso e obesità) l’aumento del rischio di malattie quali il diabete tipo 2, le malattie cardiovascolari, le malattie articolari da sovraccarico, le disfunzioni ormonali, i tumori e, nelle donne in età fertile, eventuali alterazioni del ciclo mestruale, difficoltà a concepire e se la gravidanza è ad alto rischio di complicanze sia per la madre che per il bambino.
Per il range di obesità (IMC > 30) o di preobesità (IMC tra 25 e 29,9), anche una piccola perdita di peso (tra il 5% e il 10% del peso reale) porta ad una riduzione del rischio di sviluppare tali patologie.
​
Se l'indice è troppo basso
Un IMC al di sotto di 18,5 kg/m2 è indice di sottopeso. Anche questa condizione è associata a diverse patologie, caratterizzata da una consistente perdita di peso.
​
No alle diete fai da te
E' importante sapere però che l'indice di massa corporea non permette di distinguere variazioni del peso dovute all'entità della massa muscolare, della massa ossea, al contenuto di acqua o all'accumulo di grasso. Quindi, la semplicità di calcolo dell'IMC non deve trarre in inganno, portando a diete "fai dai te".